Innanzi tutto ho constatato che da una specie di fungo all’altra la crescita varia notevolmente nei tempi rispetto alle fasi lunari e non si può perciò troppo generalizzare, si pensi per esempio alla cortissima vita del Coprino Chiomato e alla lunga vita e stagione dei Pleurotus.
Forse un’analisi più semplice potrebbe essere fatta sui vegetali in genere per la loro maggiore omogeneità e quantità di parametri macroscopici che si possono osservare, dalla semina al crescere dei germogli, fioritura ed infine la fruttificazione.
Con i funghi questo non funziona per la loro variegata morfologia e struttura (micelio – ife – carporforo – spore), che ne complicano la sistematica e conferiscono loro persino degli attributi animaleschi, facendone un regno a parte.
Dopo aver letto i contenuti di questa risorsa web: “Appunti di Astronomia” ci si potrà rendere conto che le fasi lunari generano oltre alle visibili maree,,,
Le maree sono l’effetto più tangibile dell’influenza esercitata dal Sole e dalla Luna sul nostro pianeta, e sono quindi causate in maniera diretta dalla forza di gravitazione universale che vuole due qualsiasi corpi attrarsi in maniera reciproca in funzione della propria massa e della distanza che li separa … leggi tutto..: “Appunti di Astronomia”
,,,anche dei meno visibili spostamenti di grandi masse di umidità estratta dal terreno da substrati più profondi, dove si era accumulata per le piogge precedenti, ricadenti poi sul terreno stesso sotto forma di brina irrorando ripetutamente i substrati meno profondi (…durante queste “maree mattutine di umidità che sale e poi si condensa al caldo del sole e ridiscende sul terreno”), dove vegetano i miceli dei funghi.
A distanza di alcuni giorni dall’inizio di questo fenomeno (intorno al secondo quarto di luna nuova), si può programmare una proficua escursione nel bosco alla ricerca dei funghi spontanei.
La mia abituale zona di ricerca è la zona di San Marco in Lamis, alcune mattine andando da Foggia verso San Marco si vede una densa coltre di nebbia alta 100/200 metri ai piedi di San Marco in Lamis, mentre le cime dei monti emergono nitide sullo sfondo e questo è appunto uno dei momenti in cui queste maree aeree sono visibili.
Di lì a pochi giorni si potranno fare delle raccolte abbondanti di Pleurotus che è il fungo per eccellenza di Foggia e dintorni.
Cercando di fare di tutta l’erba un fascio si immagini di tenere relativamente nella norma e/o di poco scostanti tutti gli altri parametri micro e macro-climatici i.e.:
– Venti moderati;
– Piogge regolari;
– Habitat omogeneo;
– Temperature moderatamente scostanti di giorno in giorno nelle stagioni.
…Considerando quindi la maggiore irrorazione del microclima dei funghi durante queste maree aeree, avremo una crescita esponenziale intorno ai periodi in cui si verificano mensilmente le maggiori attività qui descritte e che “generalizzando” un po coincidono con il plenilunio.
Di qui il detto popolare che i funghi crescono insieme con la luna, ma questo è solo un fattore coadiuvante che concorre alla crescita dei funghi.
La conferma di quanto concludo “generalizzando” è che mi è capitato spesso di trovare i funghi attaccati dalle larve nell’ultimo quarto di luna, quando questo fenomeno è poco intenso e quindi i funghi soffrono essendo privi di difese per mancanza d’acqua.
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I funghi e la luna
Conservazione e ricette
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Luna Piena: [19 Ottobre 2013]
Scrivevo il 23 Settembre: “Le speranze di trovare qualche boleto di razza, non sono ancora perse, specialmente se la temperatura sale un pò,,,”
Gli shock termici di questi giorni, le recenti piogge hanno prodotto qualche raffreddore e un bel po’ di funghi e persino ho raccolto un mazzetto di Asparagi oltre a Boleti, Pleurotus, Galletti, Prugnoli, Lattari, Lepiote 🙂
Questo dimostra che la luna fa la sua parte, ma non determina la produzione fungina.
Luna Piena: [19 Settembre 2013]
Mentre si aspettano i boleti settembrini si raccoglie ancora qualche ovulo, ormai fa troppo freddo per gli ovuli,,,
,,, però si può fare incetta di prugnoli, bellissime lepiote, galletti, varie russule e qualche nuovo incontro (…almeno per me, Tricholoma Grammopodium – VIDEO)
Ricerca Google
… x Melanoleuca Grammopodia → [cappello 18 cm convesso campanulato umbone lamelle fitte biancastre gambo striato sapore dolciastro odore farina rancida]
. . .
Ultimo Quarto: [29 Settembre 2013]
Stamani ho visto prima di partire per il bosco un servizio sui funghi in provincia di Torino con esemplari bellissimi di Boleti, ma a Bosco Quarto era un altro mondo:
– Qualche prataiolo.
– Boleti pochissimi e con larve.
– Lepiote secche.
– Russule e Lactarius Deliciousus con molto scarto (Gambi Larvati), nonostante quest’ultimo sia una primizia da queste parti.
Non ci si poteva aspettare di più data la scarsità delle piogge, le temperature ancora relativamente alte e la luna che manca.
[29-/-30 Settembre è finalmente piovuto di nuovo sul Gargano.]
. . . . . . .
Luna Nuova: [5 Ottobre 2013]
Concludo questo post-reportage con il resoconto dell’ultima uscita durante questa luna settembrina:
Poco o niente boleti, forse sotto i Lecci sempreverdi di San Giovanni Rotondo qualche leccino è uscito, oltre alla Russula Delica che quest’anno è abbondantissima in svariati habitat.
Le larve comunque hanno spadroneggiato sulle fioriture antecedenti la luna piena, nell’immagine seguente il Lactarius Deliciuousus a sinistra è completamente invaso dalle larve, mentre i due novelli a destra (… presumibilmente spuntati dopo la luna piena) stentano a crescere in mancanza:
Altri funghi presenti sulla murgia garganica che non temono le larve, perchè molto fibrosi, sono i famosi Pleurotus Eringii Var. Ferulae veramente belli e giganteschi quest’anno.
Le speranze di trovare qualche boleto di razza, non sono ancora perse, specialmente se la temperatura sale un pò, ho ritrovato ancora diversi prugnoli e purtroppo i primi chiodini che sono il segno di chiusura di stagione per porcini ed ovuli.
Ci sarà comunque di che soddisfarsi con Pleurotus, Lepiote, Lattari, Lepiste, Chiodini, Tricholoma Russulae, Leccini e Prataioli 🙂
L’influsso della luna sui vegetali
Le seguenti informazioni concorrono alle stesse conclusioni: “Cresce la luna e crescono anche i funghi”
[Tratto da “Calendario lunare”, Fratelli Melita Editori, 1989]
www.ilcerchiodellaluna.it/central_luna_fasi.htm
Potrebbe certamente concorrere con una certa valenza, dato che anche la luna nera (o nuova) coincide con i massimi delle maree, ma con risultati ben diversi, evidentemente l’acqua da sola non basta.
Al seguente URL ci sono diverse animazioni interessanti: Class Notes and Topics
Aspettando la Luna Nuova [Settembre 5, 2013] e altra pioggia, si annunciano i boleti con qualche prugnolo.
…Intanto sono maturi i funghi di carrubo 🙂
Cerchiamo di non barare, quello non è un carrubo, anche se mi sembra che il fungo sia di carrubo
… forse un fotomontaggio?
…
Personalmente sono entusiasta delle caratteristiche organolettiche di questo fungo e mi sembra un poco discutibile l’atteggiamento dei vari uffici IGIENE del territorio italiano che generalmente e sbrigativamente classificano questo fungo come NON COMMESTIBILE.
Trovo che in una regione come quella siciliana si potrebbe fare di più ed ammettere questa specie almeno nella lista dei funghi commestibili con cautela di informazione..:
Il fungo viene consumato negli USA ed anche lì è ritenuto una prelibatezza..:
http://charlesspock.hubpages.com/hub/Wild-Edibles-Mushrooms-Chicken-of-the-Woods-Laetiporus-sulphureus
http://americanmushrooms.com/edibles4.htm
N.B.: Qualche anno fa quando non era necessario conseguire il Patentino per la raccolta dei funghi, il testo di riferimento per la determinazione della commestibilità dei funghi era il manuale: “i Funghi dal vero” di Bruno Cetto, questa bibliografia, nonché varie altre, classificava questo carpoforo come: “Commestibile di poco pregio”
Oggi leggo nei commenti del sito www.cronachedigusto.it > RARITÀ GOLOSE Il fungo di carrubo, dono degli Iblei ..:
“#1 vincenzo molè 2011-09-26 11:35
Vorrei ricordarLe che , secondo le normative vigenti, il Polyporus Sulphureus (o fungo del carrubo) NON è stato incluso nelle’elenco delle Specie fungine consumabili, raccoglibili e commercializzabili della regione Sicilia ( Decreto Presidenziale Reg. Sicilia 4 agosto 2009 ).
Per quanto sopra, ne è proibito il consumo in qualsiasi locale commerciale configurabile in Ristoranti, mense o assimilati.
Quanto sopra per opportuna e doverosa conoscenza
Vincenzo Molè – Micologo ASP Ragusa”
…
Questo fungo è sconsigliato per qualche esemplare che potrebbe nascere su un albero morto di carrubo, mandorlo o di castagno, ma anche su altri alberi o rami staccati e/o interrati.
Se gli alberi sono vivi il fungo è ottimo, ma se nasce su un tronco staccato marcescente/interrato o su un albero morto, allora potrebbe essere tossico, forse il fungo potrebbe assorbire i principi attivi di qualche altro fungo o sostanza che sta degradando il legno.
Per tagliare la testa al toro viene sconsigliato e non autorizzato alla commercializzazione.
Le parti lignicole del fungo sono un poco indigeste, quindi andrebbero utilizzate solo le parti più tenere.
… Va infine detto che il micelio di questo fungo ha la proprietà di essere fosforescente e la risorsa che ne riporta questa caratteristica, avverte ed in certo senso conferma le considerazioni di cautela necessarie descritte in questo commento; si legge nelle pagina di Questa Risorsa:
Laetiporus is a genus of edible mushrooms found throughout much of the world. Some species, especially Laetiporus sulphureus, are commonly known as sulphur shelf, chicken of the woods, the chicken mushroom, or the chicken fungus because many think they taste like chicken. The name “chicken of the woods” is not to be confused with the edible polypore, Maitake (Grifola frondosa) known as “hen of the woods”, or with Lyophyllum decastes, known as the “fried chicken mushroom”.
E puntualmente ecco i primi effetti al primo quarto [11 Settembre 2013] …
… oltre ai prugnoli e vari tipi di russule e qualche mazza di tamburo secca dalla precedente luna 🙂
. . .
Il più bello di oggi [15 Settembre 2013]:
Conservazione: Laetiporus Sulphureus
Nel caso aveste fatto un buon raccolto di questo ricercatissimo fungo, conservatelo a pezzi di spessore di circa 15 mm, lavandolo, spezzandolo e non tagliandolo ed eliminate le parti troppo legnose che vi rimangono in mano spezzando verso la base del fungo, dopo di che surgelatelo e consumatelo entro un anno, facendone dei gustosissimi ragù, il sapore sarà indefinito di carne grassa e succosa come di suino, pollo, lepre e/o agnello, senza naturalmente i grassi di queste carni.
I grassi saranno solo quelli che aggiungerete Voi sotto forma di olio di oliva.
I vostri ospiti non crederanno mai di pasteggiare con un semplice fungo 🙂